Programma
IMPORT
2 SERATE DI PERFORMANCE ART
UN EVENTO CALEIDOSCOPICO
10 ARTISTI SELEZIONATI SOTTO UN UNICO TETTO
VENERDÌ 22 e SABATO 23.09
PERFORMANCES SIMULTANEE, IN CORSO DALLE 18 ALLE 23
ACCESSO LIBERO
SI PUO ARRIVARE E ANDARE VIA QUANDO SI VUOLE!
Accesso con sedia a rotelle all'ingresso del seminterrato e ascensore per accedere al primo piano
La torre non è accessibile con sedia a rotelle
Non è possibile garantire l'accompagnamento
Alireza Ostovar · Aleksander Zain · Rascal Black · RILABEN · Ivana Ranisavljević · Florence Lam · Maria Larocca · Cecilia Ventriglia e Davide Calvaresi · Marta Capaccioli e Lucrezia Palandri · Danaï Galeou e Darius Bogdanowicz
Picture of resistance di Alireza Ostovar (Iran)
Picture of resistance è una serie di performance di lunga durata ispirate a "The Girls of the Revolution Street" e accompagnate dalla musica composta "Lalai", eseguite in spazi pubblici a sostegno della lotta dei manifestanti iraniani per la difesa dei loro diritti umani. L'opera è dedicata a tutte le donne iraniane che lottano, combattono e resistono per la loro libertà, e che sono state oppresse per tutti questi anni. La performance è un messaggio diretto e simbolico di libertà: libertà di parola, di opinione, di espressione e di vestirsi (hijab). INFO SU ALIREZA OSTOVAR
Consulta il workshop di Alireza Ostovar sul programma EXPORT!
Picture of Resistance, ottobre 2022, Berlin Hbf. Foto di Babak Bordbar
ACTA DISTANTIAE 2.18 (The Journal of Distance 2.18) di Aleksander Zain (Serbia)
L’azione di ACTA DISTANTIAE inizia la mattina del 13 settembre a Venezia e segue il viaggio, fatto per lo più a piedi, fino a Livorno, proseguendo in Fortezza durante l’evento del 22 e 23 settembre. L’immagine in Fortezza raffigura l’attraversamento, il confronto e l’incontro dell’artista con la sua strada. Nella loro posizione geografica, Venezia e Livorno collegano il porto orientale a quello occidentale. Secondo Google Maps, il tempo di percorrenza a piedi tra queste due città è di 2 giorni e 18 ore, un sottotitolo che viene preso con ironia in quanto la strada stessa è molto più lunga. Per l’artista che cammina, si collegano anche due esperienze personali e due spazi importanti per l’arte performativa. Questa traduzione geografica apre l’opportunità di ricercare alcuni aspetti della forma d’arte stessa: la relazione tra spazio e tempo e il modo in cui trattiamo l’opera che, mentre sta accadendo, non ha un pubblico ed è visibile solo attraverso l’obiettivo della documentazione. Questo processo itinerante tratta ogni giorno come un capitolo di diario che costituisce l’immagine della strada, evitando la mistificazione della camminata o del viaggio come pellegrinaggio, ma piuttosto una ricerca (o addirittura una caccia) di comprensione personale degli stati mentali inflitti da ciò che è stato lasciato dietro di noi, così come di ciò che sperimentiamo attualmente, attraverso le coordinate spazio-temporali della strada. INFO SU ALEKSANDER ZAIN
costume: Marija Tavčar
Scheletro della vita di Rascal Black (Polonia)
Scheletro della vita è una performance sul riutilizzo dei rifiuti e come dar loro nuova vita. L'azione presta attenzione alla tutela dell'ambiente e all'impatto dell'essere umano su di esso. Ispirandosi allo stilista Alexander McQueen e alla performance Rhythm 0 di Marina Abramović, l'artista è guidato dall'idea di utilizzare i rifiuti in modo da provocare un impatto sull'ecosistema oltre che uno slancio creativo. L’artista darà al pubblico la possibilità di scegliere e comporre il proprio abito utilizzando i rifiuti locali trovati nell'area di Livorno. I rifiuti applicati sul performer diventeranno un simbolo di forza e il corpo il loro fondamento.
"L'opera vuole richiamare l'attenzione sul problema dell'inquinamento ambientale. Gli oggetti sul tavolo sono stati trovati per le strade della città. Si prega di usarli durante la performance e creare qualcosa di meraviglioso o drammatico sul mio corpo."
Foto di Miłosz Budzyński
Fallen Bird di RILABEN, Enrico L’Abbate (Italia)
Fallen Bird è una perfomance che si interroga sui sogni, sull'immaginazione e l'accoglienza, l'inclusione e la 'difference’; sui sentimenti di solitudine, solidarieta', di invidia verso chi riesca a vederli realizzati o meno, a volte in un paese diverso dal proprio. Attraverso l’essere umano in caduta, tipico fallimento gravitazionale, ma seguendo una morbida traiettoria diagonale, si allude anche all’anatra che plana sull’acqua. Lo spettatore osserva da lontano un evento ‘naturale’, reso umano e speculare dal performer, calato dentro al suono urbano e spaziale di JD Zazie, tratto dal ‘noise’ dell’hard disk di un computer. Ci si chiede: "non sogniamo tutti di volare? Ma se potessimo , dove atterreremmo? E per dire che cosa o incontrare chi? E tu? come ti senti, al sicuro? Percepisci quali sono i confini tra te e l'aria, tra te e l'acqua, te e l'altra cosa? La pelle e lo spazio, l’acqua , il suolo, la densita’ del dolore e la trasparenza della felicità. L'artista sogna di cadere là dove lo accolgano, con leggerezza, libertà e piume. Anche questo porto e’ cosi’? Attraverso un immaginario queer, la performance e’ volta a stimolare l’osservatore che guarda alla metafora del sé e dell’altro da sé, un gender not conforming, personale, ma dedicato agli altri. Dislocato in diversi punti della fortezza vecchia l’artista si posiziona fuori dall'edificio, sull'edificio, nell'edificio in traiettorie diagonali stravolgendo la sua prospettiva rispetto a chi lo osserva.
In the name of the mother and the daughter di Ivana Ranisavljević (Serbia)
In the name of the mother and the daughter riflette la percezione dell’artista sul patriarcato e le sue restrizioni imposte alle donne dal momento in cui è diventata madre. Nell'immaginario comune, il ruolo della madre è presumibilmente molto apprezzato, ma la realtà non sembra essere sempre così.L’artista, madre e disoccupata, è diventata rapidamente una donna subordinata a lavori domestici non retribuiti, cosiddetti invisibili, e alla cura dei bambini. Nei primi anni di vita del bambino, questa perdita di libertà e di energia creativa è più pronunciata, e causa soprattutto un aumento dell'insoddisfazione, del risentimento e della rabbia in molte donne. Tuttavia, le donne accettano silenziosamente tutti i ruoli che soddisfano le aspettative dell'ambiente patriarcale e in questi ruoli rimangono oppresse, esaurite e bruciate. Nella maggior parte dei casi, questo tipo di comportamento si trasferisce ulteriormente nell'educazione della prole femminile. La performance rappresenta il processo di articolazione delle esperienze personali dell'artista e delle esperienze delle donne come problematiche sociali o di rilevanza politica, mirando a riconoscere e legittimare le voci emarginate delle donne per meglio comprendere la complessità della vita quotidiana in tutti i suoi aspetti. INFO SU IVANA RANISAVLJEVIĆ
Consulta il workshop di Ivana Ranisavljević sul programma EXPORT!
In the Name of the Mother and the Daughter di Ivana Ranisavljević. Foto di Marina Ilić
“Heaven Spot” di Florence Lam (Hong Kong)
"疒" ("Heaven Spot") è una performance in cui l'artista incide un pezzo di rottame d'auto, imitando l'antica pratica umana di incidere murales nelle caverne. Graffiando la superficie di un'auto per sottintendere la distruzione, la liberazione emotiva, la comunicazione con il mondo e con la gente, cercando di lasciare segni della civiltà attuale in modo primitivo e di collegarla al futuro. Cosa significa post-umano? Cosa significa umano? L'uomo è ancora umano senza la sua civiltà, senza la sua storia, senza i suoi ricordi del passato e le sue aspirazioni per il futuro? E cosa c'è dopo l'umano? Avendo lavorato come insegnante di pittura per bambini, l'artista si è ispirata alla creazione di segni come primi passi verso l'apprendimento e le forme più primordiali di espressione artistica. Lam si sforza di collegare il movimento primitivo con l'ambiguità delle implicazioni multistrato di un'azione.Graffiando su un rottame d’auto, sia che si tratti di vandalismo o di atti storici, mette in discussione l'idea di proprietà pubblica e di moralità. L'azione viene decontestualizzata e ri-contestualizzata in un'azione che porta con sé un valore aggiunto, un valore artistico.“Heaven Spot” si riferisce a luoghi altamente pericolosi, tipici della cultura dei graffiti, ai confini della capacità fisica, della struttura sociale e dell'immaginazione. In questa performance, l’artista tenta di esibirsi senza un limite di tempo, per trasformare il massimo del corpo e della psiche nel combustibile grezzo di questo lavoro, per esplorare la fertilità e la sterilità della mente che si manifesta attraverso le proprietà del corpo biologico e del linguaggio, come suggerimento per l'evoluzione dei valori umani e della comprensione spirituale. INFO SU FLORENCE LAM
Heaven Spot, 2021, Hong Kong, Foto di Tze Long Au, Lai Lon Hin, Panda Chow.
Una Fantasmagoria di Maria Larocca (Italia)
Una fantasmagoria è una installazione site-specific immaginata, in questa occasione, per la Torre della Fortezza Vecchia di Livorno da Maria Larocca. Intendiamo Una fantasmagoria alla stregua di un proposito: l’invito a consegnare la dimensione di una ‘esposizione’ alla materia del tempo del suo farsi, della sua fruizione, del suo uso. La Torre, disponibile all’attraversamento o a soste più o meno lunghe, ha il carattere di un interstizio: una regione densa del tempo si schiude in alto, sugli spazi abitati della Fortezza, ritmata da apparizioni sonore, un incedere verso la sua stessa sparizione, o rivelazione. Una fantasmagoria può ammettere la sosta, il riposo, il silenzio, l’ascolto, il sonno. L’accesso e l’uscita dalla Torre sono liberi e possibili in qualunque momento.
Maria Larocca è un progetto di ricerca indipendente, trasversale ai linguaggi della performance. Il suo lavoro, attento a interrogare la dimensione temporale del processo estetico nella presenza del suo oggetto, può esprimersi ai confini di diverse pratiche (performance, musica, installamento) e può essere orientato da prassi che perlustrano i regimi della funzione autoriale nei processi di produzione artistica.
Anonima di Cecilia Ventriglia in collaborazione con Davide Calvaresi (Italia)
Il processo creativo di ANONIMA è nato da un approccio artigianale al lavoro: la creazione di oggetti, la loro manipolazione e la relazione performer-oggetto fino ad arrivare all'interazione con un pupazzo di forma umana poi connotato al punto da diventare un simbolo inequivocabile. Ci siamo interrogati sulle potenzialità di movimento che tale oggetto poteva avere; ogni postura, azione e dialogo con la scena assumevano un valore significativo. Questo approccio esperienziale, ci ha permesso di dare forma anche ai nostri pensieri, ci ha consentito di sostare su alcune questioni molto importanti nella nostra vita, di entrarci dentro, di approfondire. Ci siamo trovati tra le mani qualcosa di delicato e complesso. ANONIMA si presenta come creazione istantanea di un polittico a più pannelli pittorico-agiti incentrati sul binomio essere umano - essere divino. Il focus è su quella forza spirituale che ci appartiene ed è inscritta in ciascuno di noi. ANONIMA intende soffermarsi sul contatto con tale mistero dandogli una forma visibile, per rendere tangibile l'intangibile, finito l'infinito e lo fa attraverso un pupazzo di cartone dalle sembianze inequivocabili, quelle di Gesù, il Gesù uomo, profeta escatologico universalmente riconosciuto. Gesù come esempio archetipico di colui che ha incarnato questa forza, questa energia primigenia tanto da farsi profeta dei valori più alti dell'esistenza. ANONIMA cerca un contatto, una relazione, una comunicazione con ciò che non c'è ma c'è. INFO SU CECILIA VENTRIGLIA
Dreams about dying_funeralia di Marta Capaccioli e Lucrezia Palandri (Italia)
dreams about dying_funeralia è una performance di lunga durata sul tema della morte e del lutto, pensata per celebrare il momento della sepoltura come esperienza luminosa e vitale. Le due performer si alternano in rituali immaginari di sepoltura prendendosi cura l'una dell'altra e di abbellire i rispettivi corpi “defunti”. Le due figure femminili lasciano affiorare canzoni, ricordi, gesti, oggetti d'affezione, azioni quotidiane che diventano formule funebri, incantesimi, ninne nanne, ricordi di viaggio, lettere d'amore e addii. In un ciclo continuo di sepolture che trascende le prospettive convenzionali sulla morte, come quella biologica, medica, legale, religiosa, antropologica, si rivela l'inevitabile interconnessione tra vita e morte confondendo il confine e occupando uno spazio liminale di creatività e immaginazione. dreams about dying_funeralia riflette, con toni a volte persino scanzonati, sul dire addio e sul processo di trasformazione del dolore della perdita. Cosa si può fare con un corpo morto? Come si può amare? Cosa è lecito fare per elaborare il lutto? L'urgenza è quella di dare tempo e splendore a quel momento universale di passaggio che l'Occidente ha relegato a tabù e tolto il senso del bello. dreams about dying_funeralia naviga tra la sfera pubblica e quella privata, con l'obiettivo di integrare una dimensione intima e immaginativa nel significato originale del rituale come atto collettivo di profonda umanità e compassione. INFO SU MARTA CAPACCIOLI / SU LUCREZIA PALANDRI
Gold Diggers · Cercatori d'oro di Danaï Galeou e Darius Bogdanowicz (Grecia - Francia / Spagna - Belgio)
Gold Diggers è un happening, un gioco partecipativo. I giocatori osservano il tramonto da una posizione prestabilita al porto, fissando il sole fino a svanire dall'orizzonte. Poi corrono verso un punto più alto della fortezza e continuano ad osservare il tramonto. Quando il sole svanisce di nuovo, corrono... Il gioco termina quando il sole scompare dalla cima della torre, il punto di vista più alto della vecchia fortezza. INFO SU DARIUS BOGDANOWICZ / SU DANAÏ GALEOU
per ulteriori informazioni
info@importexportperformance.com
con il contributo de Creative Europe, il Comune di Livorno, la Fondazione Livorno, il Ministero della Cultura della Repubblica Serba e il Consiglio regionale de la Regione Toscana
IMPORT/EXPORT e Maria Novella Tattanelli, Tiina Lehtimäki, Enrico L’Abbate, Aleksander Zain, Sharon Estacio, Darius Bogdanowicz (gruppo di artisti di artiste e co-creatori), Achille Léa Santantonio (assistente di arte e comunicazione), Claudia Caldarano, Alessandro Brucioni (mowan teatro), Matthias Krause Hamrin (flutgraben e.V), Sanda Kalebić (U10 Art Collective). Jovana Trifuljesko, Ana Simona Zelenović, Bojana Jovanović, Ljubica Vujović, Maja Petrović (team del manuale curatoriale).
Con il contributo de Creative Europe, il Comune di Livorno, la Fondazione Livorno, il Ministero della Cultura della Repubblica Serba e il Consiglio regionale de la Regione Toscana
Programma
IMPORT
2 SERATE DI PERFORMANCE ART
UN EVENTO CALEIDOSCOPICO
10 ARTISTI SELEZIONATI SOTTO UN UNICO TETTO
VENERDÌ 22 e SABATO 23.09
DALLE ORE 18 IN POI
PERFORMANCES SIMULTANEE, IN CORSO DALLE 18 ALLE 23
ACCESSO LIBERO
SI PUO ARRIVARE E ANDARE VIA QUANDO SI VUOLE!
Accesso con sedia a rotelle all'ingresso del seminterrato e ascensore per accedere al primo piano
La torre non è accessibile con sedia a rotelle
Non è possibile garantire l'accompagnamento
Alireza Ostovar · Aleksander Zain · Rascal Black · RILABEN · Ivana Ranisavljević · Florence Lam · Maria Larocca · Cecilia Ventriglia e Davide Calvaresi · Marta Capaccioli e Lucrezia Palandri · Danaï Galeou e Darius Bogdanowicz
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Picture of resistance di Alireza Ostovar (Iran)
Picture of resistance è una serie di performance di lunga durata ispirate a "The Girls of the Revolution Street" e accompagnate dalla musica composta "Lalai", eseguite in spazi pubblici a sostegno della lotta dei manifestanti iraniani per la difesa dei loro diritti umani. L'opera è dedicata a tutte le donne iraniane che lottano, combattono e resistono per la loro libertà, e che sono state oppresse per tutti questi anni. La performance è un messaggio diretto e simbolico di libertà: libertà di parola, di opinione, di espressione e di vestirsi (hijab). INFO SU ALIREZA OSTOVAR
Consulta il workshop di Alireza Ostovar sul programma EXPORT!
Picture of Resistance, ottobre 2022, Berlin Hbf. Foto di Babak Bordbar
ACTA DISTANTIAE 2.18 (The Journal of Distance 2.18) di Aleksander Zain (Serbia)
L’azione di ACTA DISTANTIAE inizia la mattina del 13 settembre a Venezia e segue il viaggio, fatto per lo più a piedi, fino a Livorno, proseguendo in Fortezza durante l’evento del 22 e 23 settembre. L’immagine in Fortezza raffigura l’attraversamento, il confronto e l’incontro dell’artista con la sua strada. Nella loro posizione geografica, Venezia e Livorno collegano il porto orientale a quello occidentale. Secondo Google Maps, il tempo di percorrenza a piedi tra queste due città è di 2 giorni e 18 ore, un sottotitolo che viene preso con ironia in quanto la strada stessa è molto più lunga. Per l’artista che cammina, si collegano anche due esperienze personali e due spazi importanti per l’arte performativa. Questa traduzione geografica apre l’opportunità di ricercare alcuni aspetti della forma d’arte stessa: la relazione tra spazio e tempo e il modo in cui trattiamo l’opera che, mentre sta accadendo, non ha un pubblico ed è visibile solo attraverso l’obiettivo della documentazione. Questo processo itinerante tratta ogni giorno come un capitolo di diario che costituisce l’immagine della strada, evitando la mistificazione della camminata o del viaggio come pellegrinaggio, ma piuttosto una ricerca (o addirittura una caccia) di comprensione personale degli stati mentali inflitti da ciò che è stato lasciato dietro di noi, così come di ciò che sperimentiamo attualmente, attraverso le coordinate spazio-temporali della strada.
costume: Marija Tavčar
Scheletro della vita di Rascal Black (Polonia)
Scheletro della vita è una performance sul riutilizzo dei rifiuti e come dar loro nuova vita. L'azione presta attenzione alla tutela dell'ambiente e all'impatto dell'essere umano su di esso. Ispirandosi allo stilista Alexander McQueen e alla performance Rhythm 0 di Marina Abramović, l'artista è guidato dall'idea di utilizzare i rifiuti in modo da provocare un impatto sull'ecosistema oltre che uno slancio creativo. L’artista darà al pubblico la possibilità di scegliere e comporre il proprio abito utilizzando i rifiuti locali trovati nell'area di Livorno. I rifiuti applicati sul performer diventeranno un simbolo di forza e il corpo il loro fondamento.
"L'opera vuole richiamare l'attenzione sul problema dell'inquinamento ambientale. Gli oggetti sul tavolo sono stati trovati per le strade della città. Si prega di usarli durante la performance e creare qualcosa di meraviglioso o drammatico sul mio corpo."
Foto di Miłosz Budzyński
Fallen Bird di RILABEN, Enrico L’Abbate (Italia)
Fallen Bird è una perfomance che si interroga sui sogni, sull'immaginazione e l'accoglienza, l'inclusione e la 'difference’; sui sentimenti di solitudine, solidarieta', di invidia verso chi riesca a vederli realizzati o meno, a volte in un paese diverso dal proprio. Attraverso l’essere umano in caduta, tipico fallimento gravitazionale, ma seguendo una morbida traiettoria diagonale, si allude anche all’anatra che plana sull’acqua. Lo spettatore osserva da lontano un evento ‘naturale’, reso umano e speculare dal performer, calato dentro al suono urbano e spaziale di JD Zazie, tratto dal ‘noise’ dell’hard disk di un computer. Ci si chiede: "non sogniamo tutti di volare? Ma se potessimo , dove atterreremmo? E per dire che cosa o incontrare chi? E tu? come ti senti, al sicuro? Percepisci quali sono i confini tra te e l'aria, tra te e l'acqua, te e l'altra cosa? La pelle e lo spazio, l’acqua , il suolo, la densita’ del dolore e la trasparenza della felicità. L'artista sogna di cadere là dove lo accolgano, con leggerezza, libertà e piume. Anche questo porto e’ cosi’? Attraverso un immaginario queer, la performance e’ volta a stimolare l’osservatore che guarda alla metafora del sé e dell’altro da sé, un gender not conforming, personale, ma dedicato agli altri. Dislocato in diversi punti della fortezza vecchia l’artista si posiziona fuori dall'edificio, sull'edificio, nell'edificio in traiettorie diagonali stravolgendo la sua prospettiva rispetto a chi lo osserva.
In the name of the mother and the daughter di Ivana Ranisavljević (Serbia)
In the name of the mother and the daughter riflette la percezione dell’artista sul patriarcato e le sue restrizioni imposte alle donne dal momento in cui è diventata madre. Nell'immaginario comune, il ruolo della madre è presumibilmente molto apprezzato, ma la realtà non sembra essere sempre così.L’artista, madre e disoccupata, è diventata rapidamente una donna subordinata a lavori domestici non retribuiti, cosiddetti invisibili, e alla cura dei bambini. Nei primi anni di vita del bambino, questa perdita di libertà e di energia creativa è più pronunciata, e causa soprattutto un aumento dell'insoddisfazione, del risentimento e della rabbia in molte donne. Tuttavia, le donne accettano silenziosamente tutti i ruoli che soddisfano le aspettative dell'ambiente patriarcale e in questi ruoli rimangono oppresse, esaurite e bruciate. Nella maggior parte dei casi, questo tipo di comportamento si trasferisce ulteriormente nell'educazione della prole femminile. La performance rappresenta il processo di articolazione delle esperienze personali dell'artista e delle esperienze delle donne come problematiche sociali o di rilevanza politica, mirando a riconoscere e legittimare le voci emarginate delle donne per meglio comprendere la complessità della vita quotidiana in tutti i suoi aspetti. INFO SU IVANA RANISAVLJEVIĆ
Consulta il workshop di Ivana Ranisavljević sul programma EXPORT!
In the Name of the Mother and the Daughter di Ivana Ranisavljević. Foto di Marina Ilić
“Heaven Spot” di Florence Lam (Hong Kong)
"疒" ("Heaven Spot") è una performance in cui l'artista incide un pezzo di rottame d'auto, imitando l'antica pratica umana di incidere murales nelle caverne. Graffiando la superficie di un'auto per sottintendere la distruzione, la liberazione emotiva, la comunicazione con il mondo e con la gente, cercando di lasciare segni della civiltà attuale in modo primitivo e di collegarla al futuro. Cosa significa post-umano? Cosa significa umano? L'uomo è ancora umano senza la sua civiltà, senza la sua storia, senza i suoi ricordi del passato e le sue aspirazioni per il futuro? E cosa c'è dopo l'umano? Avendo lavorato come insegnante di pittura per bambini, l'artista si è ispirata alla creazione di segni come primi passi verso l'apprendimento e le forme più primordiali di espressione artistica. Lam si sforza di collegare il movimento primitivo con l'ambiguità delle implicazioni multistrato di un'azione.Graffiando su un rottame d’auto, sia che si tratti di vandalismo o di atti storici, mette in discussione l'idea di proprietà pubblica e di moralità. L'azione viene decontestualizzata e ri-contestualizzata in un'azione che porta con sé un valore aggiunto, un valore artistico.“Heaven Spot” si riferisce a luoghi altamente pericolosi, tipici della cultura dei graffiti, ai confini della capacità fisica, della struttura sociale e dell'immaginazione. In questa performance, l’artista tenta di esibirsi senza un limite di tempo, per trasformare il massimo del corpo e della psiche nel combustibile grezzo di questo lavoro, per esplorare la fertilità e la sterilità della mente che si manifesta attraverso le proprietà del corpo biologico e del linguaggio, come suggerimento per l'evoluzione dei valori umani e della comprensione spirituale. INFO SU FLORENCE LAM
Heaven Spot, 2021, Hong Kong, Foto di Tze Long Au, Lai Lon Hin, Panda Chow.
Una Fantasmagoria di Maria Larocca (Italia)
Una fantasmagoria è una installazione site-specific immaginata, in questa occasione, per la Torre della Fortezza Vecchia di Livorno da Maria Larocca. Intendiamo Una fantasmagoria alla stregua di un proposito: l’invito a consegnare la dimensione di una ‘esposizione’ alla materia del tempo del suo farsi, della sua fruizione, del suo uso. La Torre, disponibile all’attraversamento o a soste più o meno lunghe, ha il carattere di un interstizio: una regione densa del tempo si schiude in alto, sugli spazi abitati della Fortezza, ritmata da apparizioni sonore, un incedere verso la sua stessa sparizione, o rivelazione. Una fantasmagoria può ammettere la sosta, il riposo, il silenzio, l’ascolto, il sonno. L’accesso e l’uscita dalla Torre sono liberi e possibili in qualunque momento.
Maria Larocca è un progetto di ricerca indipendente, trasversale ai linguaggi della performance. Il suo lavoro, attento a interrogare la dimensione temporale del processo estetico nella presenza del suo oggetto, può esprimersi ai confini di diverse pratiche (performance, musica, installamento) e può essere orientato da prassi che perlustrano i regimi della funzione autoriale nei processi di produzione artistica.
Anonima di Cecilia Ventriglia in collaborazione con Davide Calvaresi (Italia)
Il processo creativo di ANONIMA è nato da un approccio artigianale al lavoro: la creazione di oggetti, la loro manipolazione e la relazione performer-oggetto fino ad arrivare all'interazione con un pupazzo di forma umana poi connotato al punto da diventare un simbolo inequivocabile. Ci siamo interrogati sulle potenzialità di movimento che tale oggetto poteva avere; ogni postura, azione e dialogo con la scena assumevano un valore significativo. Questo approccio esperienziale, ci ha permesso di dare forma anche ai nostri pensieri, ci ha consentito di sostare su alcune questioni molto importanti nella nostra vita, di entrarci dentro, di approfondire. Ci siamo trovati tra le mani qualcosa di delicato e complesso. ANONIMA si presenta come creazione istantanea di un polittico a più pannelli pittorico-agiti incentrati sul binomio essere umano - essere divino. Il focus è su quella forza spirituale che ci appartiene ed è inscritta in ciascuno di noi. ANONIMA intende soffermarsi sul contatto con tale mistero dandogli una forma visibile, per rendere tangibile l'intangibile, finito l'infinito e lo fa attraverso un pupazzo di cartone dalle sembianze inequivocabili, quelle di Gesù, il Gesù uomo, profeta escatologico universalmente riconosciuto. Gesù come esempio archetipico di colui che ha incarnato questa forza, questa energia primigenia tanto da farsi profeta dei valori più alti dell'esistenza. ANONIMA cerca un contatto, una relazione, una comunicazione con ciò che non c'è ma c'è. INFO SU CECILIA VENTRIGLIA
Dreams about dying_funeralia di Marta Capaccioli e Lucrezia Palandri (Italia)
dreams about dying_funeralia è una performance di lunga durata sul tema della morte e del lutto, pensata per celebrare il momento della sepoltura come esperienza luminosa e vitale. Le due performer si alternano in rituali immaginari di sepoltura prendendosi cura l'una dell'altra e di abbellire i rispettivi corpi “defunti”. Le due figure femminili lasciano affiorare canzoni, ricordi, gesti, oggetti d'affezione, azioni quotidiane che diventano formule funebri, incantesimi, ninne nanne, ricordi di viaggio, lettere d'amore e addii. In un ciclo continuo di sepolture che trascende le prospettive convenzionali sulla morte, come quella biologica, medica, legale, religiosa, antropologica, si rivela l'inevitabile interconnessione tra vita e morte confondendo il confine e occupando uno spazio liminale di creatività e immaginazione. dreams about dying_funeralia riflette, con toni a volte persino scanzonati, sul dire addio e sul processo di trasformazione del dolore della perdita. Cosa si può fare con un corpo morto? Come si può amare? Cosa è lecito fare per elaborare il lutto? L'urgenza è quella di dare tempo e splendore a quel momento universale di passaggio che l'Occidente ha relegato a tabù e tolto il senso del bello. dreams about dying_funeralia naviga tra la sfera pubblica e quella privata, con l'obiettivo di integrare una dimensione intima e immaginativa nel significato originale del rituale come atto collettivo di profonda umanità e compassione. INFO SU MARTA CAPACCIOLI / SU LUCREZIA PALANDRI
Gold Diggers · Cercatori d'oro di Danaï Galeou e Darius Bogdanowicz (Grecia - Francia / Spagna - Belgio)
Gold Diggers è un happening, un gioco partecipativo. I giocatori osservano il tramonto da una posizione prestabilita al porto, fissando il sole fino a svanire dall'orizzonte. Poi corrono verso un punto più alto della fortezza e continuano ad osservare il tramonto. Quando il sole svanisce di nuovo, corrono... Il gioco termina quando il sole scompare dalla cima della torre, il punto di vista più alto della vecchia fortezza. INFO SU DARIUS BOGDANOWICZ / SU DANAÏ GALEOU
per ulteriori informazioni
info@importexportperformance.com
con il contributo de Creative Europe, il Comune di Livorno, la Fondazione Livorno, il Ministero della Cultura della Repubblica Serba e il Consiglio regionale de la Regione Toscana
IMPORT/EXPORT e Maria Novella Tattanelli, Tiina Lehtimäki, Enrico L’Abbate, Aleksander Zain, Sharon Estacio, Darius Bogdanowicz (gruppo di artisti di artiste e co-creatori), Achille Léa Santantonio (assistente di arte e comunicazione), Claudia Caldarano, Alessandro Brucioni (mowan teatro), Matthias Krause Hamrin (flutgraben e.V), Sanda Kalebić (U10 Art Collective). Jovana Trifuljesko, Ana Simona Zelenović, Bojana Jovanović, Ljubica Vujović, Maja Petrović (team del manuale curatoriale).
Con il contributo de Creative Europe, il Comune di Livorno, la Fondazione Livorno, il Ministero della Cultura della Repubblica Serba e il Consiglio regionale de la Regione Toscana